Cuba non è soltanto buon cibo, musica, spiagge, bellezze architettoniche, ma anche fattorie agroecologiche. Nell’isola più della metà dei prodotti sono biologici e questo sistema fornisce il 50% del cibo consumato nel paese.
A causa anche dell’embargo, così come accade per il miele biologico, l’agricoltura non risente di prodotti chimici che uccidono la biodiversità, influenzando in malo modo il suolo.
L’agroecologia non è però soltanto una conseguenza casuale dell’embargo, ma un vero e proprio progetto rivoluzionario, dal quale il mondo dovrebbe imparare.
L’agroecologia è stata infatti la via di crescita per l’isola: nei primi anni dalla rivoluzione, Cuba aveva iniziato a utilizzare un modello di coltivazioni intensivo, ma con la crisi economica e politica, l’isola è stata costretta a produrre localmente e in modo naturale, senza più agrofarmaci.
Da qui è nato un programma nazionale di agricoltura urbana e periurbana riconosciuto anche dall’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (FAO), grazie al quale hanno trovato lavoro nell’agricoltura uscendo dalla povertà oltre 350 mila persone.
I piccoli agricoltori producono cibo sano, rispettando il terreno e soprattutto fornendo alla popolazione dell’isola cibo a sufficienza. Il programma viene visto come una priorità per la nazione, perchè da esso viene ricavato cibo consumato poi nelle scuole, negli ospedali, nelle forze armate, non solo tra la popolazione.
Il programma prevede quattro principi fondamentali: semi, acqua, la gestione ecologica dei parassiti e la gestione integrale delle colture. Prevede quindi il rispetto della diversità delle colture e la prevenzione dei parassiti senza l’uso di sostanze chimiche.
Per affrontare i periodi di siccità che colpiscono spesso Cuba, sono state fatte delle piccole dighe che incoraggiano la policoltura perché con il terreno sano si consuma meno acqua.
Spesso a questo si accompagnano anche strumenti per creare energia in modo pulito: dall’utilizzo delle fonti rinnovabili naturali, fino alla creazione di biodigestori alimentati da residui colturali ed escrementi di animali.
Un luogo in più a cui far visita, da inserire nel proprio tour!